8Volante

Delle volte mi sento come se la vita mi volesse restituire qualcosa… Tipo che mi sento dentro così tanto felice… come se mi scoppiasse tutto. Come quando fuori piove (cit.). Come quando si è in attesa di un incontro. Ecco. Così. Come quando si mantengono gli occhi fissi su qualcosa che piace oppure su una persona… senza che essa se ne accorga. O forse sì, ma a te non sembra. Oppure come quando hai fame e mangi per quello. E magari il centro di un panino, la parte migliore, quella piena di cose. Ecco.
Delle volte mi sento come fossi su un OttoVolante… Su, tanto su, tantissimo su. Sempre su. La meraviglia… Guardo dall’alto con gli occhi spalancati e stupiti. Eh sì, la vita mi sta restituendo qualcosa… vorrà mettersi in pari con ciò che mi ha portato via? E io? Sì, io prendo, apro porte, faccio entrare e rido. I capelli stanno crescendo tanto; mi faccio i codini e torno sull’ OttoVolante. E ci voglio salire sempre.

Il regalo perfetto

Avete presente quando ricevi un regalo che è stato fatto col cuore proprio per te… per la tua persona e per ciò che sei… pensato e appropriato… un regalo talmente perfetto che ti fa anche commuovere e ti riempie il cuore?

Io amo i regali, tutti e sempre. Ma questo… è pazzesco… quasi quanto la mia Cita. La mia scimmietta me la portò, a sei anni, Babbo Natale in persona. Dorme ancora insieme a me.

Ecco. Vi presento il soggetto del regalo perfetto.

E ora vi presento il regalo perfetto di codesto soggetto. Ah… la frase che ha accompagnato il tutto è stata ” per sconfiggere le tue paure”…

Siete pronti….

Lo trovo talmente bello e geniale che, sono sicura, quando andrò nel tubo non potrò che essere felice.

Come si fa a non commuoversi? Ape è sensibile anche se non sembra.

Ringrazio il soggetto in questione, di nome Laura, perché è davvero un regalo che mi scalda il cuore.

Ah… P. S. …ma almeno fosse così bello davvero il neurologo…

Tornare al passato

Si ritorna nei propri luoghi rimanendo un po’ ancorati al passato e ai momenti vissuti. Tornare è bello. Tornare con la mente ai luoghi visti, con lo sguardo aperto e pronto a cogliere le cose belle. Lo sguardo di un bimbo davanti ai regali che trova sotto l’albero. Quello sguardo felice e incredulo davanti a quella magia che qualcuno crea per lui. Lo sguardo scintillante, la bocca aperta che non è in grado di proferire parola alcuna. Vedere la felicità altrui e farne parte, esserci. Quanto può essere bella la vita, quanti ricordi si creano e saremo pronti a portarceli dietro per sempre. Ecco… lì si rimane aggrappati, con forza, al nostro vissuto.

Buon compleanno Ape!

La ragazzina (astenersi mis-credenti) che potete ammirare nella foto oggi compie gli anni. La ragazzina (fatemi questo regalo, vi prego, non fiatate) ogni anno aspetta con ansia questo giorno. Adora scartare i regali. Adora sentirsi importante. È una ragazzina felice, forse più oggi di quando aveva sedici anni. È cresciuta, un po’ anche in altezza. Ma solamente un po’. Si guarda allo specchio, si riguarda ancora e si dice ” Mica male, sei ancora tu”. Ha tanti pregi, i difetti, però, sono anche di più. Ma come si fa a non perdonarle gli sbagli? A me piace quella ragazzina, più oggi di quando fece i vent’anni. Si diverte un po’ troppo ma come si fa a darle contro? Le manca tanto la telefonata della nonna al mattino di ogni undici di giugno… ma la ricorda ugualmente con felicità. È una ragazzina molto fortunata. Ha voglia di scoprire cose, paesi e persone. Cerca di fare del bene in mezzo a mille disastri… però, ci prova. E non perderà mai il suo entusiasmo.

Buon compleanno Ape!

Nessun agguato

Si prospetta una giornata meravigliosa. Mi sono alzata cantando una vecchia canzone che mi ha messo allegria. Ho mangiato un saccottino al cioccolato, uno di quelli che ringrazi di essere nata, uno di quelli che senti un quadretto di cioccolato fondente ad ogni morso. C’è il sole. Fa caldo e il caldo non aiuta la mia malattia, ma sto proprio bene oggi. Mi sono guardata allo specchio e qualche raggio di sole mi ha reso di un colorito sano. Si, si…. ottima giornata. Fra una settimana sarà il mio compleanno e io amo quel giorno. Sembra che tutto, oggi, possa venire affrontato in modo gioioso e positivo. Nemmeno mi accorgerò in caso ci dovesse essere qualcosa in agguato dietro l’angolo.

Il Disturbatore molesto

La capacità di unire. La capacità di mettere insieme persone che parrebbero non aver nulla da spartire. Aggregare. Unire. A volte potrebbe bastare poco, davvero poco. Non è cosa da tutti. Ci sono quelli che hanno solo una gran voglia di viversi il momento. E poi ci sono quelli che, con un bel sorriso, portano distacco tra sé e la propria mente piena di problemi. All’improvviso… ecco là in fondo… compare il Disturbatore. Vorrebbe mettere i suoi problemi in mezzo a quello spazio che si è venuto a creare… quello spazio che si era deciso di tenere per il divertimento e staccarsi, momentaneamente, dai problemi. Il Disturbatore. Quello convinto che gli accidenti siano piovuti in testa solo a Lui. Lui è quello convinto che sia stato scelto da chissà chi per provare dolore. Lui è il prescelto per soffrire. Nel mezzo del tuo divertimento, compare per ricordarti che la vita è dolore e tristezza allo stato puro. Quello che ha capito tutto: noi siamo qui sulla terra per soffrire. Il Disturbatore irrompe nella tua vita, mentre gozzovigli felice, per ricordarti che ha la gastrite. Vorrei dire al Disturbatore una cosa sola….. E CHI SE NE FREGA!

Senso di orientamento

Non occorre essere amici intimi per stare bene. Si può essere amici per un tempo brevissimo e passare momenti che vorresti non finissero mai. Eppure durano poco come fossero rapidi passaggi. Vivere momenti belli che non dimenticherai e ricorderai con piacere. Anche se, sai già, non rivedrai le stesse persone in un tempo breve. E comunque non si attiveranno le stesse dinamiche che si sono venute a creare. È bello vedere le persone sorridere. Momenti nei quali individui il tuo posto, un posto nel quale sei spensierato. Un posto dove vuoi entrare rapidamente poiché avverti quanto fuori possa essere pericoloso. Orientarsi affidandosi al proprio sesto senso: è un’abilità indispensabile.

Il complimento più bello

Il complimento più bello della giornata… caspita sei sempre allegra… a te sì che va sempre bene. Sì, mi va sempre bene a me. Forse se smettessimo di pensare che vada bene solo agli altri saremmo pronti anche a vedere che qualcosa va davvero bene anche a noi. La democrazia esiste sul serio in questo mondo… le cose capitano a tutti, anche a quelli ai quali sembra vada sempre bene. E vi dirò…. sì, sono allegra e felice. E venerdì vado a Londra!

Tengo un mazzo di fiori tra le mani

Ci sono persone che rovinano e uccidono ciò che amano. Chi lo sa perché e che cosa gli passi per la testa. Ci sono persone che decidono di essere felici e di tenere, tra le mani, un mazzo di fiori, per vedere la bellezza in un modo proprio e nonostante quello che accade intorno che, spesso, mette a dura prova. Tengo un mazzo di fiori tra le mani e lo mostro volentieri. Ho fatto un piccolo interventino al nervo e ho dormito tutta la notte come un angioletto. Dopo notti tragiche di dolore atroce… sono una donna rinata. Le anime sgraziate attorno a me non le vedo più. Vedo tutto bello. Questa cosa traspare e fa sì che si formino dei legami speciali con gli altri. Non si ringraziano mai abbastanza le altre persone, quelle che concorrono a far più leggera la vita. Le mie colleghe, ad esempio, fanno sempre il tifo per me e mi regalano momenti di risate epiche. Ogni tanto mi giro indietro. Sono stata molto più gioiosa che triste anche quando qualcuno mi ha rubato e stracciato il cuore. Ti rendi conto che c’è chi ti ama sempre e continua a farlo e pensi a quello che ha fatto per te. Se avessimo saputo prima ciò che avremmo vissuto insieme… Non cambio nulla… nemmeno le grandi figure che ho fatto delle quali mi vergogno ancora.

Oggi mi sento così….. Chi vuole capire, capisce!!!!! 😂💖

Spirito natalizio, a modo mio

Mi sento un eroe improbabile. Sento che ho molto da dare. A mio modo, tento di essere una persona migliore rispetto a qualche tempo fa. Mi rendo autonoma dalle mie paure. Una grandissima vittoria, anche quando non la vinco. Rimane ugualmente un punto a favore mio. Che cosa vorrei per il nuovo anno? Cose molto scontate. Continuare ad essere felice, continuare così…. mi sembra di andare forte. A chi farà marcia indietro, non supplicherò più una spiegazione. Non voglio racimolare qualche parola che non vuol esser detta, non farò vedere quanto si stia male ad aspettare una motivazione valida. Non chiederò più. Tanto chi ha voglia di parlare e spiegarsi sa bene che può farlo. Chi sa di ferire e crede di star meglio…. va bene anche così. Non mendico nulla. Mi allontano. Sorrido, faccio finta di nulla, ma sarò una gran perdita, qualcosa che non accadrà più, un aiuto che non verrà più dato poiché, per quelli che fuggono furtivamente, altri sorridono con me e mi abbracciano e mi dicono Grazie Ale.

Ape cieca ma felice

Giornata pazzesca iniziata alle sei e zero uno, nottata infame con sudate notturne e rottura degli occhiali. Me ne vado a letto, una giornata di lavoro senza soste, nemmeno per andare al bagno. Ora questo letto me lo merito proprio. Metto tutto vicino, tachipirine per il trigemino, moment, quattro magliette pulite e un asciugamano. Gli occhiali? Mmm… no quelli mancano all’appello ma è solo un dettaglio. Sento le ossa che si srotolano piano, ho un ginocchio nero causa botta contro una sedia. Ho tutto che trema. È stata però una bella giornata, tutto sommato. La trilogia è finita e sto già spacciando il libro in giro, ho il pensiero del nuovo progetto che mi fa stare in fibrillazione. Ho contattato un editore di Milano. Gli ho spiegato del mio progetto, al quale sto lavorando da un po’, e sembra entusiasta anche lui. Ho un libretto semiserio, al limite del demenziale, che parla della vita quotidiana di un malato come me. È un libro al quale tengo parecchio e al quale mi sento di dovere molto. Vorrei fosse una cosa buona e che possa essere d’aiuto. A volte, credo, sia meglio farsi una bella risata e prendersi in giro. Stai male? Va bene, si può stare male… ma chi ci impedisce di riderci su ogni tanto? Ridere o non ridere non fa cambiare le situazioni quindi tanto meglio farlo. La risata aggrega e aiuta. La risata è meravigliosa, soprattutto quella per una stupidata e che, a volte, può portare alle lacrime. Amo ridere. Le mie rughe attorno alla bocca lo sanno bene… sorrido sempre così non si vedono. Sono felice? Sì, lo sono.

Zanzara

Mi sento leggera. Più leggera. La lista stilata è andata a buon fine. Elencare ciò che porta il buonumore. Possono bastare anche cose molto piccole.
Uccidere la zanzara che tormenta le nostre notti, ad esempio. Credere di non avere più caffè e, invece, eccolo là dietro, il nuovo pacco: la mattina è salva! Ridurre in mille pezzi ciò che ci spaventa e ci fa bloccare. Come? Affrontando una sfida nuova, esserne felici e pensare che domani sarà una giornata ancora più bella rispetto a questa. Magari uccidendo un’altra zanzara o decidendo di farsi un caffè doppio.

Vuoi ballare con me?

Rendere grazie a chi ti insegna un passo di danza per ballare con te. Un modo veloce per non pensare e per sorridere con qualcuno che sta passando un momento duro. Qualcosa che viene da entrambe le parti. Riscoprire qualcosa che non si sentiva più. Rimettersi in moto. A me piace ballare. Sembro un bagonghi ma ballo per me, solo per me, non devo andare in televisione a fare la velina. Ballo per scaricare e per riprendere felicità. Ballo con una mia collega. Andiamo a tempo, gli stessi passi e poi festeggiamo quando facciamo bene e ci abbracciamo, felici. Tornare indietro nel tempo. Tornare ai tempi del liceo e le prime serate in discoteca. La voglia di fare bene, la voglia di imparare ancora. Saltellare. Con qualcuno è anche meglio. Ci sono cose che rimettono l’animo nella sua casa della pace. Come trovare riparo sotto un albero grande. Coltivare, sotto l’albero, cose e persone. E se stessi. È bastato un Vuoi ballare con me? per essere entusiasti, di nuovo. Ed è bastato dire Sì, ovvio che voglio.

A te, che riempi le vite degli altri

Simona arriva, sgrana gli occhi e mi chiede perché non abbia scritto nei giorni scorsi. Mi legge, mi segue e me lo dice con un sorriso aperto. Mica la voglio deludere, penso. È una persona che riempie lo spogliatoio, a lavoro. È sempre sorridente e ride tantissimo. Ha voglia di essere felice e dà tanto e, forse, nemmeno lo sa. Quando sono giù di tono mi avvicino a lei. Mi basta sentirla ridere per essere invasa da un senso bello. Ci sono persone che riempiono le vite degli altri, inconsapevolmente. I problemi si affrontano o buttandosi giù oppure reagendo e sorridendo, anche quando si sta male e anche tanto. Lei lo fa nel secondo modo. Io prendo tanto da queste persone. Rubo. Portarsi dietro la felicità degli altri e farla propria. Tenerla sempre presente, tirarla fuori nei momenti peggiori.

Esseri magici

I bambini hanno un potere immenso. Riuniscono le famiglie e fanno uscire dal torpore. Non lo sanno nemmeno, non sono consapevoli del favore che fanno al mondo intero. Hanno davvero un potere magico. I bambini ti fanno apprezzare la vita, possono smuovere sentimenti nascosti da decenni. Sono creature magiche. Inconsapevolmente.
Vai a un battesimo, ti metti un vestitino e dei tacchi, un filo di trucco e ti senti bellissima. Come da tanto non ti vedevi. Potrebbe sembrare una cosa superficiale, ma vedersi bellissimi è una sensazione meravigliosa. Ecco, ape ne aveva bisogno. Aveva bisogno di sentirsi scossa ed emozionata a tenere un fagottino in braccio, aveva bisogno di sentirsi ancora meravigliosamente bene con se stessa. Ape stasera si sente felice. Tutto merito di un esserino che ancora non parla. Un esserino che ha più potere di una persona fatta e finita.

Chi

Chi ti rende felice?
Chi colma i tuoi vuoti?
Non in tutti i momenti della propria vita si riesce a rispondere.
A volte ci si può sentire soli, molto soli, anche in mezzo ad altre persone. Una perdita che possiamo percepire come se ci venisse strappata la pelle, quella che ci faceva sentire al sicuro. La pelle che ci proteggeva. Cambia tutto, cambia anche il punto da dove guardare, un nuovo punto di vista. Arriva, dopo tanto, la voglia di ricominciare. Arriva e ti salva. Il mondo non si ferma. Le vite degli altri non si fermano. Ti fermi tu. E tutti gli altri dietro che vanno e vengono. Ci sono piani che vanno all’aria. Riprendi, poi, a far parte del mondo, hai voglia di continuare, hai voglia di non lasciare. Chi ti rende felice? Ora riesci a rispondere a questa domanda? Ricominciare a vivere, da zero.

Sono felice

Oggi che sono felice posso raccontarvi una cosa. E poi vi dirò, nei prossimi giorni, perché sono felice. Sono felice ed emozionata come al mio primo appuntamento con Davide, quando per bere un caffè, ci misi due ore a prepararmi accuratamente.

La prima volta che mi son trovata nel vortice della depressione è stata per colpa di un farmaco. Un farmaco che ha scavato così tanto nel mio interno fino a rendermi inerte e inerme verso la vita. Ero giù. Ero triste. Mi sentivo sola. Poi sono stata bene. Ci sono voluti impegno, sedute psicologiche, sospensione immediata del farmaco, psicofarmaci e, dopo tutto questo, sono tornata alla vita. Alla mia vita. Ho avuto una ricaduta. Minima. Iniziavo un farmaco nuovo, uno squilibrio chimico mi ha fatta vacillare. E un incontro che mi ha lasciata distrutta. Senza motivo. Io vivo di emozioni e di persone. Mi son detta Ma Ale ma non puoi mettere in dubbio te. Le persone ti odiano o ti amano. Ma quelle che ti amano, ti amano profondamente. Rendi le persone positive e felici e, se le persone accanto a te stanno bene, vuol dire che puoi essere un bellissimo incontro. Se qualcuno fa carta straccia di te per cattiveria sua o problemi personali suoi, non ti puoi fare intaccare. Lo so. Ho ripreso gli psicofarmaci. Ho rimesso a posto quello squilibrio e mi sono promessa che non mi farò più intaccare da chi ha bisogno di ferire per sopravvivere. Non si usa così. Non per questo sono diventata apatica o anaffettiva. Son stata colpita ma non affondata. E ho capito che mai mi comporterò così con nessuno, in famiglia, con gli amici, a lavoro e con le persone speciali. Mai mi comporterò da schifo, mai. E se mai dovessi, avrò la faccia per chiedere scusa o un semplice mi dispiace. Non andrei in giro baldanzosa facendo finta di essere buona solo perché chiedo un come stai di circostanza. Se hai ferito apposta per ferire, che te ne può importare di come possa stare. Sto bene. Io, ora, sto bene. E starò sempre bene. Acqua passata. Oggi sono felice. Nonostante il tubo che mi aspetta.

Special Brown, l’Ale

Presente quando qualcuno riesce a cogliere completamente chi sei nei pregi e nei difetti? Presente quando ti senti te stesso e vieni capito e colto nel tuo essenziale? Presente quando non vai a lavoro e ti arriva un messaggio che ti dica Ale, si è sentita la tua mancanza, sono mancati i tuoi sorrisi?
Ieri mi è stato portato un regalo. Un regalo per me, fatto apposta per me e che coglie e raccoglie tutto di me, in poche righe. È stato un gesto bellissimo. Ieri mattina sono andata a fare una visita. Ero un po’ giù. Questo regalo così speciale mi ha rimessa in pace e mi ha fatto capire, una volta di più, di quanto possa essere bella la vita, nonostante tutto. Mi sono sentita un essere speciale.

Manca poco

Conto i giorni che mi separano da Londra. Sono eccitata. L’idea di essere là mi rende felice. La prima cosa che mi ingloba in quel mondo è il cappuccino nel bicchiere di carta. Amo quel momento, la scelta accurata di che cosa metterci dentro, cacao o cannella. Vorrei basare tutta la mia permanenza su quella domanda, svuotare la testa e pensare che l’unica cosa essenziale della vita sia scegliere tra cacao o cannella. Questa è la felicità. Quando hai solo quella domanda da porti perché, tutto il resto, viene in secondo piano. Tanto sei là, nella tua città preferita, tra le persone che ti si sbattono contro ma ti dicono sorry, tra il misto di odori e profumi di spezie. Andrò alla ricerca dei luoghi che mi sono segnata da http://thelondonerd.com/ .
Tutti hanno qualcosa che si è spezzato dentro, anche quelli che non lo danno a vedere. Ecco, io lì sento come se tutto si ricomponesse e non mi desse noia o pensieri. Mi faccio portare in giro dal mio istinto, guardando per aria per non perdermi nemmeno le cose che ho già visto. Mi faccio guidare dalle persone che corrono a lavoro con le scarpe da ginnastica bianche. Respirare aria fresca, sentire il vento, sentire parlare in una lingua che, dopo poco, sembra la mia. Londra è la seconda vita che avrei voluto vivere. Questa, in Italia ,mi rende felice ma so che sarei felice anche là, so bene che sarei stata bene anche in mezzo alle streets e ai bus rossi. La prossima vita mi farò mettere là da chi conta.

Eh sì, a Londra siamo sempre felici.

Mangiare insieme

Mi piace passare il tempo con persone che abbiano voglia di condividere e di stare con gli altri. Condividere il cibo o un bicchiere di vino. Condividere e apprezzare ciò che fanno le altre persone. Quando a lavoro mangiamo tutti insieme è davvero un momento prezioso. Passare le ore con qualcuno con cui è bello scambiarsi una risata. Questo è il succo della vita per me. Il succo che mi fa uscire di casa. Un nutrimento. Passo la maggior parte del mio tempo con persone che ho trovato, così, per caso. Persone così tanto differenti tra loro che sono perfettamente inserite in un plastico perfetto. Io sono parte di quel plastico. Mai prima d’ora mi sono trovata così bene e a mio agio in un plastico. In quel plastico perfetto, ma incasinato, mi sento parte di una famiglia e di una casa. Ho bisogno di qualcosa da ognuno, anche solo un sorriso quando la stanchezza mi porta a serrare le labbra. Una cosa ci accomuna… godere del tempo che abbiamo a disposizione. La vita, fino a prova contraria, è una sola e la dobbiamo vivere noi in prima persona come attori protagonisti e mai secondari. E quando sto così tanto bene non penso più a chi mi ha procurato dolore e a chi, volontariamente, ha deciso di ferirmi. Gratuitamente. Elimino. Le persone cattive e inutili le ho accantonate. Contano solo le persone che, nonostante tutto, sono ancora qui per me e che, con me, stanno bene.

Hai una foto di quando eri carina?

Uno fra i tanti personaggioni strani che ho conosciuto mi chiede, così all’improvviso ‘Hai una foto di quando eri carina?’. Mi ha fatto così tanto ridere che ho pensato di dedicargli un post. Non mi sono sentita offesa, anzi, mi ha svoltato la giornata. Bisogna essere dei geni per fare domande del genere, altro che i ‘come stai?’ dei quali le persone non se ne fanno nulla oppure nemmeno ascoltano le risposte. Rido ancora mentre lo sto scrivendo a voi. Ho risposto qualcosa del tipo ‘ Dovrei cercarla ma non credo’. Mi ha lasciata col buonumore.

La mia mamma, mamma Ape

Festa delle mamme. Anche per mamma di Ape, la mia mamma. Ho preso tanto da lei, prendendo la vita ridendo del bello ma anche del brutto. La prima volta che mi destabilizzó me la ricordo bene. Avevo chiamato a casa, da una cabina telefonica , per dirle che tardavo. Mi disse… Ale ho fatto la visita, alla fine ho un tumore. Ah…. che cosa avrei potuto rispondere d’altro? Quando vai a scuola mica credi possa succedere davvero una cosa così, tanto più grande di te. Fui io a tagliarle i capelli dopo averla accompagnata a prendere la parruccona. Un momento tragico dove senti che il cuore piange mentre porgi un sorriso. Poi mi è uscito Caspita sembri Paperoga coi tre peli sotto al cappello. Abbiamo riso come due matte. Poi c’è stata una seconda e una terza volta. Abbiamo sempre trovato qualcosa da ridere nella tragicità degli eventi. La terza volta ha perso un pezzo di corpo in più. Io non so come l’avrei presa se fosse capitato a me… ma lei mi disse… Ma chi se ne importa del petto io voglio vivere. Prendere in giro la vita più di quanto lei faccia con noi. Rispondere a tono. Ridere. Essere sarcastici. Piangere e ridere e uscirne puliti con una battuta. Restare attaccati alla vita. Restare qui perché qui dobbiamo rimanere, allora tanto vale farlo bene e divertirsi più che si può.

Questa è la vita

Qualcosa, ormai, avrete capito di Ape. Ape è un soggetto strambo, è buono, sensibile e vanitoso. Ape cerca di essere felice e, devo ammettere, si vede. Sorride e ride. A volte Ape soffre, come se si trovasse nei gironi dell’inferno. Ape subisce il dolore fisico con classe. Bè, insomma, non sempre. A volte sbraita e si innervosisce. Palesa tutto, qualsiasi tipo di emozione che provi. Se è felice si vede, se è arrabbiata di vede anche di più, ma, dopo aver urlato ai quattro venti improperi e parolacce, Ape si quieta e torna felice. Ape è un soggetto strano forte. Ama alla follia e, dopo un minuto, può anche odiare con la stessa intensità. È leale, sembrerebbe, con se stessa sempre e ,crede , anche con gli altri. Ape ha dentro dei dolori che graffiano il suo cuore. Persone speciali perdute, nonostante che ‘questa è la vita’. Tutti perdono e tutti vincono, almeno una volta. Ape ha un’ala spezzata ma, vi dirò, le sta anche bene addosso. Ape vola portando con sé un grande dispiacere. Un dispiacere immenso, una mancanza che è stata costretta ad accettare perché ‘anche questa è la vita’.

Esserci

Ormai fai parte della famiglia. Una frase bellissima che mi ha riempita. La voglia di costruire e di non deludere. Voglia di coltivare. Una persona speciale che ti porta con se nella sua vita e tu ci vuoi restare e vuoi davvero rimanere. Ti impegni perché questa cosa non la vuoi sporcare e non vuoi sbiadisca. Una certezza che diventa pilastro per la tua vita che scorre. Imparare a condividere e imparare a sentirsi pieni, anche una sola frase può bastare. Esserci, semplicemente. Il mondo è pieno di persone belle che ti regalano pezzi della loro vita e ti aprono la porta per farne parte. Non togli nulla alla tua vita ma la rendi ancora più speciale. E io mi sento speciale.

Qui e ora

Periodi giù e periodi su. Un’altalena dei bambini. Oggi sono su e anche ieri. Su, per me, vuol dire chiedersi se si sia felici e io lo sono davvero. Periodo buono, cammino bene e anche la vista non è peggiorata. Il secondo libro è uscito e mi sento iscritta in una circonferenza dove c’è tanto amore. Mi sembra l’unico modo per descrivere le mie emozioni. Sto bene e se sto bene lo voglio dire perché non mi importa di come possa andare domani. L’oggi, il qui e ora. Qui e ora sto bene e stare bene di fisico mi comporta anche stare bene di testa e vuol dire vedere il bello, acchiapparlo e farlo proprio. Una sensazione bellissima. Vado a lavoro e in questo momento sono così felice che lo vorrei dire a tutti. Quindi lo dico a tutti.