Ho imparato a fare le polpette esattamente come piacevano a te.
Niente aglio e tanto prezzemolo.
Le faccio ancora così. Non cambio nulla.
Perché quando te le portavo ti si illuminavano gli occhi. E allora le lascio così. E sono buone da non capirci più nulla.

Capita di uscire a mangiare in qualche posto speciale, mangiare così bene che pensi Caspita, se morissi adesso morirei felice.

Apprezzare il cibo e il buon vino l’ho imparato da te.
E anche di ringraziare chi ti prepara qualcosa di buono. Farlo sapere, perché è giusto così.
Cercare il cuoco e dirgli Grazie ho mangiato benissimo.

A chi non fa piacere ricevere un complimento? O sentirsi dire Grazie?

Avevi il cuore buono. Resistevi nella tua raffinatezza.

Dico sempre Grazie perché me lo hai insegnato. E so quanto possa fare piacere.

Quando lo dicono a me è qualcosa che riempie. Fare qualcosa per qualcuno fa stare bene.

Friggevi tu le polpette nei giorni di festa. Chiudevate la porta della cucina e tutte le altre per non lasciare odore. Vi sento ancora sbraitare perché in cucina non c’era posto per due cuochi.
Che ridere.
E io che passavo per caso e ne mettevo in tasca un paio senza essere vista mentre erano sullo Scottex a raffreddare.

37 pensieri su “Polpette

  1. 🙂 ❤ i complimenti meritati vanno espressi, soprattutto perchè il cibo ha qualcosa di sacro e non ci si può improvvisare cuochi se non è la passione a dare gusto ai piatti. Chi non ha rubato un manicaretto appena cotto? scene che non si dimenticano…( e anche le polpette casalinghe… 😛 ) buondì Ale

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