Ora l’ho proprio capito.
Si proclamava un mago. E mi voleva insegnare i suoi trucchi.
Studia. Studia bene. Non per i voti ma per alimentare la voglia di conoscere. Studia più che puoi e lavora.
Per essere indipendente e per sentirti libera di fare, poi, ciò che vuoi.


L’ho capito a una tavolata di vecchi compagni di scuola.
Alla mia età gli amici sono quasi tutti sposati e con figli. C’è chi li ha per scelta e chi perché invece è così che deve andare. Sai poi quando arriva l’orologio che ti dice stop? E allora ti danni l’anima per fare tutto prima di quella fermata.


Per varie vicissitudini non ho figli.
Hanno cercato di farmi sentire una poveraccia. Ma mai come in quella tavolata mi sono sentita indipendente e libera. Libera non perché non abbia figli poiché, se avessi potuto, avrei voluto una squadretta di calcio. Libera perché sono indipendente. Perché faccio ciò che mi piace e amo e perché posso andare dove voglio. Da qualsiasi parte. E perché non butto una serata a parlare solo di figli. Perché così è  parlare di altri e non di sé. E allora, dove sono i sogni che avevamo? I lavori che bramavamo di fare? Dove è finito l’astronauta? Non lo so. Ma so tutto del suo erede al trono.


Ho perso amici importanti appena hanno procreato. Questo non l’ho mai capito. Un po’ come se avere un figlio significasse togliere qualcun altro dal proprio cappello. Come se la propria vita fosse annullata. Bebè o non bebè come fai ad annullarti? Ma avere un figlio significa davvero chiudersi in un cerchio a due o tre o quattro o cinque? E levare il superfluo? Questa cosa mi ha fatto molto arrabbiare fin quando ho deposto le armi.
Poi magari avrei fatto uguale… chi può dirlo?
Ma sono libera. Volo. Parlo di me.
E so fare solo questo.
Sono indipendente. Posso aspettare un momento e godermelo per un giorno intero. Riesco dare importanza a ciò che lo ha davvero. Do significato alle persone perché credo siano una fucina di preziosità. E mi lasciano qualcosa per esaltare la mia sete. Siamo esseri sociali che hanno bisogno degli altri. Soprattutto di quelli che non c’entrano nulla con noi. E parlo di me a chi vuole sapere. Parlo di me, non di altre persone che sostituiscono la mia di vita.

47 pensieri su “Trucco

  1. Proprio così. Anche quando sei fidanzato e ti lasci, allo stesso tempo perdi anche il resto della comitiva, ma perché? Ero fidanzato con lei, non sapevo di esserlo anche contemporaneamente con tutti gli altri…

    Quello che succede nelle tavolate tra genitori (e bisogna vedere poi che tipo di genitori sono…) è lo stesso che succede in quelle tra single e accoppiati (appena ci si accoppia il solitario viene automaticamente estromesso o usato per reggere le candele altrui) e tra universitari: sono dei dischi rotti, non parlano d’altro e solitamente sempre a lamentarsi di qualcuno o di qualcosa.

    Perciò via dalle balle questi elementi noiosi e viva sempre la libertà.

    P.s.: prima o poi bisognerà dire a qualcuno di loro che le foto che mettono sui social dei figli, di cosa fanno, di quando e quanto vanno in vacanza, al ristorante e di cosa combinano ogni 5 minuti non importano a nessuno!

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  2. Non ci crederai, ma volevo trovare parole adatte per descrivere la stessa situazione. Una situazione che vivo da qualche anno, uguale, identica. Perdendo anche io importanti amici, dando al pargolo una alea che non avrebbe mai scelto.
    Brava Ale. Rimanderò l’articolo, ispirandomi qui magari.

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  3. Sai come la penso sull’avere figli, e sull’imporre agli altri i propri (figli, convinzioni, fissazioni…).
    Nel frattempo ho deciso che la prossima volta che la madre della mia vecchia compagna (manco fossimo pappa e ciccia!) mi chiederà quando anch’io farò figli, la sorprenderò dicendo: “Ne ho avute due, le ho date via, adesso ho un maschietto”.
    Dopotutto, pelosi o nudi sempre figli sono.

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  4. Tesorilla, gggiuro che si può essere genitori ma anche donne, amiche, confidenti, ballerine di dubbio talento, lettrici della domenica e campionesse olimpiche di gaffes! Mille cose ed ancora mille, ecco! Per fortuna siamo tutte un po’ “Bauhaus”, un insieme armonico (o abbastanza, daje) che è molto più della somma delle singole parti. chi si concentra su una soltanto…si perde tutto il resto. E come dice non so più quale comico: …’spiace! 😉

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  5. Fai benissimo! Occupati di te, concentrati su di te, prenditi i tuoi momenti di pausa e quelli da dedicare alle passioni, ai piaceri, agli amici… Non c’è nulla di male in questo. Anzi, penso sia la scelta miglioren perché la nostra vita è la cosa più importante che abbiamo

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  6. I compagni di scuola mi mettono tristezza. Sono tutti vecchi. Non so come abbiano fatto a ridursi così. Delle compagne poi non ne parliamo. Qualcuna è diventata nonna, le ricordo in minigonna e con delle tette che sfidavano la forza di gravità. E poi loro dicono di me che sono vecchio, presuntuoso e antipatico. Invidiosi!

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  7. Ero l’unica a non avere figli, ma non per questo sono,, anzi siamo, stati esclusi, direi che se possibile era un valore aggiunto alle nostre amicizie, siamo stati zii, quelli che supplivano quando i genitori avevano un problema, sono stata quella che cuciva i vestiti per le recite, siamo stati i compagni di giochi…poi ecco nostra figlia, e quando mi sono ammalata abbiamo avuto una schiera di zii, oggi è ancora così.
    Non capisco davvero come si possa allontanare una amicizia per questo, escludendo certamente le vicissitudini inevitabili della vita, e comunque l’indipendenza è sempre nella testa, se ce l’hai niente ti può turbare.
    E tu la hai 😉

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