Esatto come il punto del ritorno.


Si cade spesso oppure poco. Ma cadiamo tutti.
Da lì, da quel punto esatto lì, la legge della sopravvivenza, forse si chiama così, arriva da sola con un balzo e ci spinge a risalire.
E si risale. Magari non subito al punto felice dell’infanzia, ma abbastanza in alto per farci riprendere fiato e farci rifare un sorriso.


Come un tuffo in piscina.
Come quando punti i piedi e ti dai lo slancio per tornare su, sopra, dove si vede tutto e dove gli occhi sono bene aperti e dove rivedi bene i contorni.
Dai di nuovo forma agli oggetti e ai visi.
E riconosci le persone.
Rivedi tutti. E tutto.
È quello il punto esatto dove auspichiamo di stare.
Riprendiamo forma.
Riprendiamo la gioia del fare. E dell’esserci.

Mi hanno insegnato a fare così.
Mi hanno detto di continuare sempre e di non fermarmi mai. I semafori rossi ci rallentano ma, e tanto spesso, possiamo fare quel viale prendendo tutti i verdi che, magicamente, sono in perfetto unisono.
E non bisogna essere particolarmente fortunati per arrivare a quel punto esatto, bisogna solamente averne voglia. Ed avere le gambe forti e muscolose.
Lì, in quel mentre perfetto, forse puoi anche credere alle favole che ti vengono lette. Forse puoi smettere di dare un volto al lupo. Forse puoi smettere persino di credere ci sia un lupo.


Credere nelle proprie capacità senza dare per scontato che, dietro, ci sia qualcuno perché sarebbe giusto ci fosse. Occhio per occhio… Non puoi avere ciò che dai. Non abbiamo pari opinioni o visioni.


Il lupo, se c’è, non lo vedo più.

Ma io ci sono. E mi vedo ancora bella e sorridente.

28 pensieri su “Punto esatto

  1. E questa è la filosofia giusta. Ci vuole forza, ma è così.
    Penso che i semafori rossi ci vogliono, stop: rifletti, valuti, rallenti…e poi c’è il verde, ingrani la marcia e parti per la destinazione che si vuole, non sempre si può arrivare e allora deviamo e ripartiamo.
    Ecco al bivio ci siamo noi. (punto) e nessuno ci può fermare.

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