E mi siedo davanti. Primo posto, come se fossi a teatro.


Lo spettacolo qui è sempre lo stesso ma mi incanta ogni volta.


Ho dietro persone che parlano tra loro o con un telefono tra le mani.


Una voce di donna scandisce nomi di fermate. Oramai la conosciamo bene tutti quella voce e mi chiedo sarà umana o sarà prodotta da un computer?
So solo che è riconoscibile ai più.


Passo a setaccio il vetro e guardo le ombre riflesse. So chi ho dietro di me. Vedo figure alzarsi o sedersi di continuo. Si, un continuo cambiare profili davanti alla mia visuale.


E passa il treno dalla parte opposta.
E passa e interrompe lo scorrere di quelle figure.


Tra i miei occhi rimangono lampi di luce.

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