Lo pubblico. Lo conoscevo? No. Non conoscevo il signor Romano. Conosco qualcuno che è stato portato via nello stesso modo: solo. È questa la vera tragedia in questo momento: le persone vengono portate via da sole, hanno paura da sole, affrontano cose da sole, soffrono da sole e muoiono da sole. Esatto sole. Senza nessuna faccia amica accanto che possa rendere tutto un po’ più dolce. La negazione di morire stringendo una mano… la trovo una cosa triste. Eppure è così perché deve essere così in questo momento. È triste dover dire Ciao. Sapere che qualcuno che ami si trovi lontano da te e magari ti pensa e magari ha paura. Terribile. Allora io stasera mi aprirò una birra e saluterò in questo modo il signor Romano che nemmeno conoscevo.
Trovarsi soli e sentirsi soli è una delle cose più tristi che possano esistere. Se qualcuno mi legge da un po’ e dovesse ricordarsi qualcosa… ecco parlai di quel periodo così buio della mia vita… Sentirsi soli e abbandonati fa schifo.

47 pensieri su “Caro Romano

  1. nessuno, in questi giorni terribili e strani, ha sottolineato questa cosa che tu ora scrivi. Nessuno. Eppure è il vero dramma di chi colpito è costretto all’isolamento e va via…solo…solo… ed è sconforto anche per chi resta…quando mi lasciò mia madre (con una crisi respiratoria) feci un ultimo tentativo “bocca a bocca” non valse a nulla…ma, esalando lei l’ultimo respiro, aprì un attimo gli occhi, fissandomi piena d’amore… ecco…quella pietà filiale oggi a chi muore per questa dannata infezione, è negata… saluto anch’io i tanti signor Romano e le donne e tutti quelli che hanno intrapreso così l’ultimo viaggio…che l’angelo dei nostri pensieri li accompagni. Sei bella Ape. ❤

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      1. può darsi. Io ricordo che ho sofferto non essere stato accanto a mia madre. Certo non ero in grado di passare un’altra notte ma il senso di averla abbandonata è ancora forte nonostante gli anni trascorsi.

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  2. Ciao, Ale! Hai messo in evidenza uno degli aspetti più tristi di questa tragedia che ha colpito orami tutto il mondo: Affrontare le ore più difficili in totale solitudine, una condizione davvero miseranda…È quella che più spaventa anche me! Nonostante tutti i propositi di vivere alla giornata, apprezzando solo i momenti positivi della situazione, quali il rinnovato piacere di una vita familiare più intensa, ogni tanto ci casco e sommo all’atavica paura della morte le mie esperienze ospedaliere negative del passato, che includono un ricovero d’urgenza e relativa terapia sub-intensiva.

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