Ho come la sensazione di non fermarmi mai. Nemmeno con la testa: penso di continuo. A volte dimentico un po’ la realtà, restando ancorata ai pensieri. Arrivare a scriverne credo sia un passo molto importante. Avvicinarsi ai quaderni e agli odori della carta… una magia. Scrivo quando capita, forse a seconda di ciò che mi accade. A volte viene meglio e a volte peggio. A volte parte tutto da una frase. Un flusso continuo di parole che cerco di assecondare. A volte scrivere mi stimola ricordi passati che, non so da dove, saltano fuori all’improvviso. Ho scritto molte lettere, anche nel passato. Non credo ne siano rimaste molte in giro, probabile siano state buttate dai destinatari. Le parole sincere possono fare paura. Mettersi a nudo, svelare emozioni o sentimenti a me viene abbastanza naturale con la penna. Occorre trovare qualcuno che apprezzi la spontaneità e il cuore aperto. Cosa molto rara.

34 pensieri su “Cosa rara

  1. Un tempo scrivevo e scrivevo lettere con tutte le mie verità. Ma non trovavo mai il coraggio di spedirle. Recentemente, ridimensionando i miei fogli, causa trasloco, le ho ritrovate, e rilette, costatando che, da quei lontani tempi, sono cambiata pochissimo. Poi le ho buttate, non senza chiedermi se, qualora le avessi spedite al momento giusto, avrebbero cambiato qualcosa nella mia vita.

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  2. Mi hai fatto pensare, Ale, che siccome le lettere non si scrivono più, almeno su carta e tantomeno a mano, nel futuro faranno molta fatica a capire come vivevamo e cosa pensavano, perché il digitale è effimero, destinato all’obsolescenza, soggetto ai cambi di sistemi operativi e dei supporti fisici.. la memoria, insomma. Parlando di sincerità hai ragione, mette un po’ paura perché chiederebbe reciprocità, ed è più facile e comodo nascondersi… ma nel tuo caso in tantissimi apprezzano come sei, quindi vale solo come regola generale… 😊

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  3. Anche a me piaceva scrivere lettere. E riceverne. Ne ho ancora qualcuna nel cassetto, mi piace l’idea che qualcuno abbia preso carta e penna e in quel momento stesse pensando a me, così come mi piace guardare la calligrafia unica, come un’impronta digitale.
    Brava Ale, bel pezzo.

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  4. Cosa molto rara, sì. Come anche è raro trovare ancora persone che scrivono lettere: anch’io, purtroppo, ho perso l’abitudine, nonostante è una delle cose che ci permette di aprirci davvero e completamente. Ed anche io, delle poche lettere che avevo, ho fatto l’errore di disfarmene. Purtroppo il digitale sta assorbendo tutto, comprese le nostre emozioni, e spesso non ci rendiamo conto che di tutto questo digitale, tecnologico… non ci resterà nulla.

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  5. A me piace la gente che sanguina e sui fogli (vanno bene anche elettronici, ma la carta è la carta, baby) ci versa senza pudore tutte le frattaglie che gli infestano torace e cranio.
    Ma è gente che si nasconde e che devi voler trovare, perché come hai ben detto la sincerità, la libertà di essere se stessi senza tuttavia chiedere alcuna risposta obbligata o contropartita, fa paura. Punto. Perciò, come i freak dei film horror, bellissimi ma sbagliati, ci ritiriamo in una cantina o ina caverna. Però continuamo a sanguinare, fidati.

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  6. Mi ritrovo al cento per cento in ciò che dici Ale… anche io ho sempre scritto ogni volta che avevo qualcosa di importante da dire a qualcuno…

    La Parola è magica.
    Evocativa e terapeutica…
    E tu ne fai un uso bellissimo, semplice e commovente.

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  7. “Le parole sincere possono fare paura”

    …che grande verità Ale… perché la verità spaventa, eppure la verità nutre, la verità solleva….

    Ma spesso si preferisce restare nella polvere e sudare e sputare…

    Spesso ci preferiamo “falsi malati”…. quasi per farci calamita….

    Poi ci sono persone come Te… per fortuna e la verità fa bene….

    🙂

    Un abbraccio

    m.

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