Il caldo che colpisce.
I nervi che si stoppano.
Che poi… se facesse caldo senza farmi danni lo accetterei anche. Come tutti.
Magari solo qualche lamentela.
Nemmeno mi viene da lamentarmi.
E vorrei tanto. Ogni tanto, mica di continuo.
Ogni ritiro dei farmaci è un ringraziamento a chi paga le tasse per permettere anche a me di curarmi.
Poiché, diciamocelo, se così non fosse nemmeno potrei farlo.
Un sacchetto con dentro novemila euro. Per nemmeno tre mesi di cura.
E lo difendo con le unghie per poi correre a casa e porlo nell’armadio.
Non possiedo nulla di così prezioso se non quel sacchetto.
Me ne sto al fresco. Accendo l’aria. Ma oggi va così. Oggi me ne sto sul divano aspettando che passi.
La doccia dura circa mezz’ora.
Mi pettino in venti minuti.
Mi vesto in un tempo che sembra interminabile.
Meno male che non mi metto le scarpe, altrimenti sarebbe un’altra mezz’oretta perduta.
Rispetto i suoi tempi. Rispetto i miei.
Chi non ama lei o la maltratta farà la stessa cosa con me.
Chi non la capisce e non la vuole comprendere farà la stessa cosa con me.
Chi non la accetta e non accetta ciò che comporta e porta lo farà con me.
E così è stato in un passato nemmeno troppo remoto.
E sai, amica mia, ti sono debitrice della pulizia che hai fatto.
