Guarda bene Ale. Per accorgerti delle cose.

Sento qualcuno di familiare, come se lo conoscessi già.
Questa è la mia realtà. Sento. Guardo. Dovrei dire troppe cose per farmi capire davvero. Ho fiducia in me. E allora che cosa mi preoccupa tanto?
Cerco di capire.
Forza necessaria ne ho. Resistenza pure, persino al dolore anche quello più devastante.
Mi risolvo i problemi da sola, da molto. Forse da sempre.
So che non è mai tardi per fare qualcosa con la propria vita. E faccio ciò che voglio.
Sono indipendente e libera.
E allora che cos’è?

Paura.

Di perdere i miei ricordi e i ricordi delle mie persone.
È questo, solo questo.
Paura di non ricordarmi dove abito.
È come parlare del ricordo di una perdita. Perché è questo di cui si tratta.
Ve lo devo spiegare?
Non lo so ci riuscirò.

Una follia ma non di quelle che mettono in pericolo la propria vita o quella degli altri.
Essere sempre alla ricerca di qualcosa di bello nella giornata perché quel ricordo mi rimarrà da lì alle ore successive.
Notare piccolezze anche se non sai se rimarranno.
Credere ai gesti e non alle parole.
Accorgersi che qualcosa cambia nella propria vita e nella propria testa ed esserne consapevoli.
Essere avvolti da un banco di nebbia. Fitta.
Apprezzare ogni cosa.
Spostarsi dove l’umano tocca il cielo.
Andare in cima, sempre più su. Per poi scendere di volata coi capelli che ti raggiungono da lì a poco.

Ah. Grazie Ardi.

28 pensieri su “Salgo su

  1. Ti capisco per aver sperimentato. Patologie molto diverse dalla tua hanno tagliato via a fette dal mio cervello, da un giorno all’altro, certe abilità e certi ricordi e certe informazioni utili nel quotidiano, come, ad esempio, un indirizzo. Ora è tutto fermo, per fortuna, ma ti capisco, eccome! La paura è legittima, c’è stata e resta. Intanto bisogna ricostruire, ricostruire e, talvolta, a causa di misteriosi circuiti cerebrali alternativi, anche ricordare. Coraggio!!! Un abbraccione.

    Piace a 1 persona

Lascia un commento