Mi prendi, mi avvolgi, mi commuovi. Ogni volta. Come se il tempo non fosse passato. Come fosse ancora ieri.
Sai, non mi sembra vero tu sia ancora qui.
Tu che dai significato alle parole, che dai loro un senso.
Ti ho sentito quando hai detto Starà ballando dalla gioia.
Effettivamente… avevi ragione. Sai quanta felicità mi ha dato quella frase?
Si sono accumulate cose che si sono ingigantite. Quell’abbraccio proprio non me l’aspettavo.
Ogni notte a riflettere.
Sicura di restare?
Sì, resto. Certo, ora devo andare: mi è tornato l’appetito.
Altro Martini? No. Stavo per correre via. Faremo colazione insieme e sarà bellissimo.
Che vista bella da qui. Ci vivrei.  Vieni qui con me. So quello che voglio. Voglio svegliarmi con te accanto. Vuoi la stessa cosa?
Sì. Hai detto sì.
È come vivere per sempre dentro qualcuno. O qualcosa. Questa è la cosa più bella che ti lascerò.
Io che sono un viaggiatore a volte stanco e a volte impolverato. Ma tu che dici Ti rendi conto della felicità che porti?
Suonano bene queste parole uscite così, in modo spontaneo.
Non sempre abbiamo ciò che meritiamo davvero. Ma, spesso, abbiamo molto di più.
Milioni di cose possono andare male ma un milione di altre cose possono andare bene, anche benissimo. Basta aprire gli occhi.

Come voglio uscire da tutto questo?
Viva. Voglio uscirne viva. Ho ancora troppe cose da fare.

Perché sì. Babbo Natale è arrivato.

Tolgo la polvere dalla mia giacca.

13 pensieri su “Un viaggiatore impolverato

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