Siamo nati tutti così: chi piccolino e chi prima. Incubatrice ancora prima di sapere che sesso avessimo. Eh, sì, doveva essere una sorpresa, come la vita. Talmente tanto una sorpresa che ancora il nome non era noto o stato scelto esattamente. Io dovevo chiamarmi Francesca. Ma alla mia mamma non piaceva che, essendo lombardi, mi avrebbero chiamato tutti con quella e troppo aperta. Allora sì, Alessandra. Ma avvertendo di non chiamarmi Sandra.
Ne è rimasto solo uno a chiamarmi Sandrina. E da lui lo accetto: in quella Sandrina c’è tutto l’amore e la tenerezza che prova per me.
E va bene così.


In quel ragnetto piccolo che stava nel palmo dei medici, è sbocciato un fiorellino. Delicato. Fragile. Da proteggere. Un fiorellino che poi è diventato un leoncino. E così mi chiamava il nonno. Leòna. O Leún. Perché il maschile qui lo si mette per rendere le persone ancora più forti e per sottolinearne l’uguaglianza.
Il Leone è cresciuto.
Fa ancora tanti danni. Ha voglia e spesso di mollare tutto, ma non lo fa. Lotta ancora. Per chi lo ama e lo ha amato.

Le gambe non rispondono al cervello. Il cervello ha forti blackout tipo in metropolitana a New York. La schiena non lo lascia in pace nemmeno più durante la giornata. Giorni e ore dove fiducia e voglia di lottare perdute si alternano alla voglia di vivere che ha. Il tempo fa un ticchettio che fa finta di non ascoltare.

Che cosa prova un genitore con un figlio malato? È la peggior paura che si possa provare, credo. Eppure in reparto sembrano le persone più serene al mondo, forse mentendo, per una volta giustamente, ai propri figli. Rocce salde. Famiglie che non si spezzano davanti alle tragedie. Come la mia. Mai respirato tanta serenità come qua. Mai percepito tanta vita come in mezzo alle tragedie peggiori. Quanta stima per quelle coppie tanto giovani che stanno prendendo in mano un peso tanto forte. Eppure lo fanno. Senza sfasciarsi.

Facciamo l’albero? Lo facciamo bello? Lo facciamo grande? Perché è Natale anche qui.

30 pensieri su “Perché è Natale anche qui

  1. Apettina cara, non sai fino a che punto ti capisco.
    Il coraggio dei genitori non ha limiti, come un albero di Natale con radici profonde che cresce cresce fino ad arrivare a quella stella in alto da proteggere…Tu stellina, brilli sempre!💫
    Tante dolci carezze💖😘😘😘

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  2. Il leone è un battagliero, ma la leonessa ancor di più…prova ad avvicinarti ai suoi cuccioli!
    E i genitori quando i figli hanno problemi non si spezzano, diventano la coppia della savana…anche se nel cuore c’è il dolore grande.
    Ma il Natale ci deve essere, è “nascita” e dopo anche “rinascita” ❤

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