Ero piccola e non riuscivo più a vedere, in modo nitido, ciò che c’era scritto alla lavagna. Credevo fosse normale. Strizzando gli occhi riuscivo a leggere abbastanza. Quindi andava bene così. Con la classe andavamo a fare le visite agli occhi. Ci riempivano di gocce che bruciavano tanto. Odiavo quel posto e gli adulti che ci lavoravano dentro: erano tutti piuttosto rudi. E antipatici. Poi trovavano sempre il modo di tenermi dentro quella stanza di più: c’era sempre qualcosa che non andasse per loro. E avevo un occhio che rientrava in modo strabico. Ce l’ho ancora. Con gli anni è diventato un punto di forza ma all’epoca no… non andava mai bene. E mi riempivano di gocce infuocate spingendomi il mento verso l’alto. Poi anche la mia mamma se ne accorse che avevo problemi con la vista. Mi portò a fare una visita. Appena vidi il dottore con quelle gocce in mano… scappai urlando. Mi dovettero tenere in due per mettermele. Miopia. Occhialetti. Iniziai subito a non metterli mai. Mi piaceva vedere il mondo distorto e mi piaceva vedere le luci dei lampioni come fossero palle di fuoco giganti. Poi con la prima neurite ottica ho iniziato a perdere i colori. Che colore è? Bianco. No. Fucsia. Che colore è? Bianco. No. Giallo. Che colore è? Nero. No è verde. Perdere. Perdere qualcosa di sé è difficile da accettare. Ed è difficile riuscire a compensarlo con altre cose. Ma si può. Si può imparare a vedere in un modo tutto nuovo e proprio. Si impara a distinguere i colori anche quando appaiono tutti uguali. Apparentemente. E si impara a notare le sfumature, quelle che nemmeno credevi potessero esistere, semplicemente perché non ci si sofferma sui particolari. Ma è proprio grazie a quelli che si può presentare lo stratagemma giusto per imparare di nuovo a vedere. E poi trovi chi ha la pazienza di spiegarti bene che cosa stai guardando e di raccontarti talmente bene ogni particolare che ti sembra proprio di vedere anche tu e molto bene. E poi trovi chi ha voglia di ridere insieme a te quando chiedi Di che colore è? E poi inizi a guardare con gli altri sensi che hai a disposizione, anche chiudendo gli occhi. E sì. Puoi immaginare e puoi ascoltare.

27 pensieri su “Di che colore è?

  1. Una storia che fa riflettere parecchio su quanto si diano per scontate certe cose, ma che lascia lo stesso una (luce di) speranza: anche in determinate situazioni si può trovare una soluzione più che valida.

    Grazie!

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  2. Anch’io fui portata dall’oculista in prima elementare:la maestra si accorse che mi si ingrandivano le pupille in modo esagerato.L’oculista disse che era una bellezza avere gli occhi cosi’ e mi prescrisse occhiali da riposo.Li misi un paio di volte e poi li abbiamo messi nel cassetto.Fino qualche anno fa c’erano ancora ,devo guardare se li trovo o li ho buttati.Buona serata Ape!

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  3. Mi hai ricordato che anche a me alle elementari è capitato di fare visite per schiena, occhi, peso e quant’altro per conto della scuola. 😱
    Per il resto che hai scritto: tu riesci a trovare sempre la bellezza nelle cose che ti accadono e non è da tutti.

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